Esplorare un film.

Una conversazione di Bruno Fornara su La terra – Zemlja, Земля di Aleksandr Dovženko, URSS 1930

La terra è uno dei grandi film della stagione rivoluzionaria sovietica tra gli anni Venti e i Trenta del Novecento. La Russia è diventata URSS dopo la Rivoluzione del 1917 e anche il cinema deve essere rivoluzionato. Registi come Ėjzenštejn, Dovženko e Vertov trovano nuove forme. Il cinema cerca strade mai frequentate, con il montaggio, con temi e soggetti da scoprire, con riferimenti alle avanguardie artistiche di allora.

In Ucraina, sul finire degli anni Venti, inizia la collettivizzazione delle terre. Nascono conflitti tra i vecchi e i giovani, tra i ricchi proprietari, i kulaki, e i contadini poveri. Sotto un melo, un vecchio muore serenamente, i bambini giocano vicino a lui, la vita continua il suo ciclo. Il giovane Vassilij vuole dare vita alla cooperativa e introdurre i mezzi meccanici. Suo padre è contrario. Arriva un trattore. La gioia di Vassilij si spegne presto… Si va allo scontro.

Il film fu presentato alla prima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nel 1932.

Zemlja, terzo film di Dovženko, venne accolto con molte polemiche: troppo evidente la scelta di costruire un inno alla vita, alla natura, all’umanità dei contadini; troppo forti le scelte stilistiche con momenti di acuta sensualità e altri di violenza. Ben presto, però, in tutto il mondo il film venne riconosciuto e amato come uno dei grandi film di sempre. Morando Morandini: «È un affascinante poema lirico, permeato da un panteismo quasi epico, di grande armonia formale. Un capolavoro».

Bruno Fornara