Storia

Osserva il gregge che ti pascola innanzi: esso non sa cosa sia ieri, cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare. – F. Nietzsche

Forse siamo anche noi, di Corto e Fieno, un gregge.

Chiaro che siamo un festival del cinema, ma un festival piuttosto curioso, nato nel 2010 da un’idea semplice: portare sullo schermo campagna, ruralità, prati, boschi, acque, animali, donne e uomini. Corto e Fieno è, con orgoglio, un festival del cinema rurale. E cosa fa un festival rurale? Crea uno spazio per vedere e discutere film che raccontano del rapporto tra l’uomo e la campagna. Si interroga sulla ruralità oggi, in Italia e in giro per il mondo. Riflette sull’importanza della terra: sull’importanza di starle vicino.

Il percorso di Corto e Fieno non si lascia imbrigliare, pascola e salta come il gregge di Nietzsche. È, come si direbbe in un film western, un maverick, un cavallo selvaggio, che corre libero, sfugge e scappa quando si pensa di averlo preso al laccio. I film delle sue edizioni hanno aperto cammini di riflessione e plurali visioni del mondo. In questi anni ne sono stati presentati tantissimi, tanti registi, tanti volti. Facciamo scorrere fotogrammi e fotografie: siamo cresciuti con questo festival, l’abbiamo visto venire grande, l’abbiamo fatto crescere, noi, i film, gli spettatori. E siamo riusciti a mantenere quell’ingenuità e curiosità che sono fondamentali per continuare a fare accadere cose, seminare idee, veder spuntare germogli.

Ci sono stati registi che per essere dei nostri – ci crediate o no – hanno deciso di prendere un aereo da Vladivostok o da Bariloche, in Patagonia. C’è chi ha girato scene per il suo nuovo film mentre stava a dormire, qui ad Ameno, dalle suore. C’è chi ci ha portato una bottiglia del vino prodotto nelle vigne di famiglia riprese nel suo cortometraggio. Abbiamo ospitato registi che, senza cellulare, si sono persi tra le colline del lago d’Orta e non si riuscivano più a trovare, naufraghi rurali. Chi, dopo il viaggio per raggiungerci, ha fuso il radiatore della macchina e ha conosciuto il meccanico del paese. Chi ci ha definito una “isola rurale in un mare di festival”. E chi, regista cinese trapiantato in Francia, candidato all’Oscar per il migliore cortometraggio documentario, ci ha tenuto a scriverci e farci sapere che: Questo film ha partecipato a numerosi festival cinematografici internazionali. Ma penso che il vostro Festival del cinema rurale sia davvero speciale. Sono entusiasta di sapere che in questo mondo esiste un festival cinematografico dedicato esclusivamente al mondo rurale. In ogni paese e in ogni luogo del nostro pianeta, l’agricoltura è il fondamento della sopravvivenza delle società umane; le città rispondono e dipendono dalle aree rurali. Grazie per aver invitato il mio film, grazie per prestare attenzione ai film che parlano di questi argomenti.

C’è anche chi si è stupito della nostra esistenza, come una testata importante e conosciuta che, in un articolo di lancio dell’ultima edizione della Mostra di Venezia, chiosa: Ci sono tanti tipi di festival, più o meno per ogni forma d’arte, che sia musica, performance, teatro, editoria, fumetti, cibo vegano… E poi ci sono i festival di cinema, che sono tutta una categoria a parte. Al suo interno trova spazio una varietà piuttosto diversificata di tipologie di festival: dalle semplici rassegne tematiche, geografiche o di genere ai festival più generalisti, passando per iniziative talmente di nicchia da chiedersi come sia possibile che esistano davvero – come Corto e Fieno, il festival del cinema rurale.

Corto e Fieno è nato e cresciuto grazie alle radici forti dell’albero che l’ha generato, quella inesauribile fonte di energia e linfa vitale che è Asilo Bianco. Se è vero che il senso delle nostre vite è nelle cose che facciamo, nelle scelte che prendiamo, nelle strade che percorriamo, la nostra fortuna è quella di avere la consapevolezza di stare facendo qualcosa di importante. Perché Corto e Fieno è soprattutto questo: un lavoro continuo di ricerca e di riflessione. Di crescita nostra e del nostro pubblico. Corto e Fieno siamo noi, un festival fatto da persone per persone, ma anche un viavai di storie: quelle viste sullo schermo e quelle che scriviamo ogni anno nelle giornate di festival, in quell’atmosfera magica intorno al lago d’Orta, tra ville, stalle, granai, fienili, maneggi, sale cinematografiche e teatri, tutti alla pari. Negli anni abbiamo organizzato proiezioni un po’ ovunque.

E allora 100 e più di queste edizioni al nostro Corto e Fieno. Che continui a portare cinema di qualità qui da noi, sul lago d’Orta: film presentati a prestigiosi festival internazionali, film invisibili, film che spesso passano per la prima volta in Italia ma anche, altrettanto spesso, per la prima volta in Piemonte (e il Piemonte di cinema se ne intende…). E 1000 di queste nostre trasferte perché, negli anni, Corto e Fieno è diventato anche off, invitato qua e là in giro per l’Italia, da Nord a Sud, e ha portato film e registi in tournée non solo in sale cinematografiche, ma anche, come d’abitudine, tra le bestie, mucche, pecore, capre, cavalli, in stalle di produttori locali di formaggi, salami, miele, cipolle, uova, yogurt, burro…

Viva Corto e Fieno: che continui a regalare a noi, fortunati, sorprese e scoperte. L’opportunità di lavorare a un sogno e di continuare ad avere la tenacia per realizzarlo ogni anno.

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