Utama – Le terre dimenticate
Il tempo sembra scorrere lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano boliviano, dove un’anziana coppia quechua, Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine. Quando il nipote Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che è lì solo per convincerli a trasferirsi in città. Il fatto che la siccità li abbia lasciati senz’acqua non aiuta la loro causa a restare. Il respiro pesante di Virginio tradisce la sua capacità di nascondere ciò che lo affligge e l’apparizione di un condor inizia a destare in lui uno strano presagio.
Improvvisamente lo scorrere del tempo diventa più che mai prezioso e pone la coppia davanti a un dilemma: resistere nell’attesa delle piogge o seguire le orme di altri quechua e lasciare la loro casa per la città?
Il regista: “Il silenzio può dire molto di più delle parole, e gli sguardi sicuramente dicono molto di più, perché non possono nascondere ciò che sentono. Volevo usare sia lo sguardo che i silenzi, e volevo che anche il paesaggio remoto parlasse. Inoltre, ho pensato che in una coppia che convive da tanti anni, come nel caso dei protagonisti, non è necessario parlare molto, perché tutto si dice con piccoli gesti o azioni. Abbiamo girato nell’unica stagione possibile, la primavera, perché in inverno, appena tramonta il sole, la temperatura può scendere rapidamente a meno dieci gradi, ci sono tempeste di sabbia e molto vento. Ecco perché eravamo vestiti come gente del deserto, anche se i lama sono animali molto intelligenti: abbiamo usato tre gruppi di lama, e sono così intelligenti che al quinto o sesto take sapevano cosa dovevano fare. Ovviamente è sempre difficile girare con gli animali, ma i lama sono così fotogenici…”
Il film ha rappresentato la Bolivia agli Oscar 2023. Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival, Premio del Pubblico e Gran Premio della Giuria all’Amsterdam Film Festival, Premio Miglior Film e Premio Miglior Attore non protagonista al Beijing International Film Festival.
Utama – Le terre dimenticate
Alejandro Loayza-Grisi
Bolivia, Uruguay, Francia 2022
87’
Regia
“Sono nato e cresciuto a La Paz, una città che storicamente ha accolto migranti della popolazione Aymara della vicina campagna dell’Altiplano. La nostra città, le nostre convinzioni e i nostri modi di essere sono stati fortemente segnati dalla convivenza tra la cultura spagnola e quella Aymara. Ma nonostante questa storia, pochissimi dei nostri abitanti sono consapevoli che alcune delle prime grandi vittime del cambiamento climatico sono a pochi chilometri di distanza.
Credo che raccontare una storia dal punto di vista di quelle persone a noi molto vicine, che ancora vivono in campagna e affrontano l’agonia di veder scomparire il loro modo di vivere, sia fondamentale per comprendere il costo umano del cambiamento climatico. Ci permette di considerare i danni collaterali del nostro attuale modo di vivere e di ripensare al nostro ruolo di abitanti di La Paz (e di altre città con condizioni simili)”.